domenica 3 giugno 2012



A CACCIA DI NOIA
Il percorso di ogni manager, valore aggiunto e dimenticato.


Un aspetto molto caratteristico della vita manageriale che spesso non viene considerato è l'originalità. Chi opera all'interno della gestione di una compagnia, pur senza volerlo, inseguendo l'intento di ottenere i massimi risultati minimizzando gli sforzi, produce un percorso complessivo di scelte la cui combinazione ha un tale grado di complessità da divenire originale.
Nel sistema MyAirline, di certo la complessità e numerosità delle scelte non manca. Innanzitutto riguardo al territorio in cui si opera, molti manager scelgono di operare una concentrazione di voli in un paese la cui domanda è favorevole; per altri, invece, diversificare l'offerta su più paesi limita il rischio di volatilità della domanda (e quindi dei prezzi) di un paese.
Altro grande dilemma appare il core business della compagnia, ossia la mission principale, il mercato di riferimento: alcuni preferiscono disegnare un piano di voli che si affacci su un unico mercato, sia esso locale, nazionale o internazionale; altri scelgono anche qui la via della diversificazione, operando contemporaneamente su più mercati, limitando pro e contro del pacchetto voli offerto. 
Altra forte questione riguarda gli investimenti nelle risorse umane, ma qui c'è da aprire un capitolo a parte. Si comincia dallo sviluppo delle skills della squadra piloti, per alcuni concentrato su più aspetti, per altri generalizzato. Si passa poi allo staff, i cui investimenti vanno a incidere in modo diretto e intenso sulla cura e sulla manutenzione del parco aerei, e qui il dibattito si è acceso più e più volte: tralasciando le majors, le quali affrontano la spesa agevolmente, la varianza di scelta è estrema, in quanto vi sono persino compagnie che preferiscono dedicare le loro liquidità ad altri investimenti. Di norma, comunque, si tenta un piano di investimenti ragionato, basato sulla composizione della flotta, sul numero delle manutenzioni da affrontare e, soprattutto, sulla liquidità.
Particolarmente interessante e incisiva è, poi, la composizione del parco aerei. In generale la scelta sembra sempre più polarizzarsi verso 2 opzioni ben definite: da una parte velivoli con una forte capacità cargo/passeggeri, dall'altra velivoli con alte prestazioni velocistiche. Questo tipo di scelta, comunque, nella maggior parte dei casi appare obbligata in quanto viene considerato come parametro base il numero complessivo dei voli quotidiani della compagnia. Altro dato interessante riguarda la scelta del numero di velivoli in gestione, e qui appare chiaro che la media è in profonda crescita rispetto agli anni precedenti e la motivazione principale è, di certo, da addurre alla competitività, oggi evidentemente più accesa dei periodi passati.
Altra scelta, a volte poco considerata, ma assolutamente non trascurabile, riguarda gli investimenti infrastrutturali delle compagnie. In particolar modo destano interesse i depositi di carburante, per alcune dalle capienze gigantesche, per altre dalla capienza a stento di un uso quotidiano. Considerando la bilancia dei pro, su un piatto vi è una limitazione della fluttuazione dei prezzi e forti economie di scala legate alle alte quantità di carburante acquisito, sull'altro vi è il risparmio sul costo e sulla manutenzione degli impianti.
Un'ultima scelta, aggiuntasi da poco, riguarda le alleanze. L'effetto annuncio provocato dalla conferma delle voci che sostenevano un intervento riguardo alla loro regolarizzazione, ha portato ad una corsa agli accordi. Oggi le alleanze sono quattro: NOVAlliance, Mediterranian Alliance, Canadian Alliance e World Alliance. Già tra i membri si contano molte majors di spicco, quali Buzzard Airline, USAirline e Global Express ma il profilo scelto dalla maggior parte dei manager su questo punto sembra essere quello attendista. Questo aumenta l'attesa per una normativa che rivoluzionerebbe l'intero sistema, andando ad inserire nell'elenco delle scelta una questione tra le più complesse.
Dopotutto, c'è da aggiungere alla lista ancora una scelta, l'ennesima. Probabilmente la più importante. Quella riguardo alle pubbliche relazioni. E qui la tendenza sembra essere piuttosto preoccupante: molti, infatti, negli ultimi mesi hanno accusato di mancanza di riforme e aggiornamenti importanti nel sistema MyAirline, alcuni hanno dichiarato che la loro permanenza in carica è legata alla normativa riguardante le alleanze e, in chiave futura, l'implementazione delle tratte, alcuni hanno persino dichiarato il loro abbandono. Sono denunce importanti, che minano alle fondamenta del sistema e ne scoraggiano lo sviluppo. Fortunatamente, vi sono poi manager che scelgono un profilo completamente diverso, fondato su una forte mobilitazione ad agire su più fronti per rendere più agevole lo sviluppo del sistema e migliorarne l'attrattività attraverso metodi alternativi. Per il bene dei passeggeri, degli addetti ai lavori, dei piloti e, perché no, anche dei manager, speriamo che alla lunga prevalga la seconda scelta.


Jack London